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“Con curiosità e prudenza bisogna addentrarsi nelle pagine degli scritti di Giuseppe Berto”; Questo l’incipit usato da Paola Dottore, nell’introduzione di questo saggio che ha l’intento di fornire un contributo dal punto di vista linguistico, alla conoscenza di un autore per il quale forte è l’ansia di comunicare così che “meglio scrivere un libro imperfetto su dei problemi vivi ed attuali che scrivere libri perfettissimi su argomenti che non interessano a nessuno”.
“Con curiosità e prudenza bisogna addentrarsi nelle pagine degli scritti di Giuseppe Berto”; Questo l’incipit usato da Paola Dottore, nell’introduzione di questo saggio che ha l’intento di fornire un contributo dal punto di vista linguistico, alla conoscenza di un autore per il quale forte è l’ansia di comunicare così che “meglio scrivere un libro imperfetto su dei problemi vivi ed attuali che scrivere libri perfettissimi su argomenti che non interessano a nessuno”. “La forma della coscienza. Il male oscuro di Giuseppe Berto” ha vinto il Primo Premio Assoluto del Concorso “Antonio Filoteo Omodei- Pensieri in Versi”, sezione 4. libro edito, Saggio.
È un tema, quello della morte, che trova un suo originalissimo sviluppo, profondo e rivelatore, nel libro Così filano le Parche di Luisa Arena. Marta, la protagonista di questo saggio-racconto, ha perso il compagno Andrea e, nel suo grande dolore, rievoca il loro rapporto e intrattiene con lui un intenso dialogo rileggendo gli autori della letteratura che hanno affrontato il drammatico enigma del morire. Attraverso la lettura dei classici, Marta ritrova il suo uomo, in altre forme, in altre presenze, alla fine consapevole che gli dei (o chi per loro) decidono della nostra sorte, e che la morte di lui ha cambiato non lui, ma lei, facendole sentire finalmente tutto il suo amore per Andrea e facendole capire che lui comunque continua a stare accanto a lei in altro modo.
È un tema, quello della morte, che trova un suo originalissimo sviluppo, profondo e rivelatore, nel libro Così filano le Parche di Luisa Arena. Marta, la protagonista di questo saggio-racconto, ha perso il compagno Andrea e, nel suo grande dolore, rievoca il loro rapporto e intrattiene con lui un intenso dialogo rileggendo gli autori della letteratura che hanno affrontato il drammatico enigma del morire. Attraverso la lettura dei classici, Marta ritrova il suo uomo, in altre forme, in altre presenze, alla fine consapevole che gli dei (o chi per loro) decidono della nostra sorte, e che la morte di lui ha cambiato non lui, ma lei, facendole sentire finalmente tutto il suo amore per Andrea e facendole capire che lui comunque continua a stare accanto a lei in altro modo. Il libro, che affronta il tema della perdita, rivisita il mito greco delle Parche che tessono e poi tagliano il filo della vita umana, penetrando con grande sensibilità dentro il cuore stesso dell’ultimo grande tabù del nostro tempo e della società: la morte.