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È la storia di un circo, dove i numeri degli artisti non riescono sempre bene, come invece dovrebbero! Ci sono artisti strampalati, distratti, sbadati, impreparati… comunque divertenti! È un circo nel quale non ci sono animali, crediamo sia un messaggio importante di attenzione e rispetto per queste creature, da consegnare ai nostri bambini (un tema di cui si è molto parlato in questi ultimi anni). Inoltre sono inserite esclamazioni come “perbacco”, “acciderba”, “ahio”, “ooh”, “buh”, “aaargh” …, molte delle quali, purtroppo, “sconosciute” ai bambini, che sono comunque patrimonio importante della nostra lingua. Il libro si chiude con un invito-gioco, rivolto ai bambini, a continuare con le imitazioni iniziate dall’ultimo artista, il Mino
Tre avventure dense di colpi di scena e personaggi strampalati per Furin Furetto Zibellino, un furetto investigatore specializzato nel togliere i mal capitati dai guai: Furin Furetto e il guaio a Chioggia, Il caso della chiave inglese, Il giorno di pioggia. Nella prima avventura verrà ingaggiato per aiutare il leone di Chioggia che sta sulla colonna in piazza Vigo a ritrovare il rispetto dei suoi protetti. Con lui, condivideranno le ricerche Macchiolina Bella, una gatta tutta matta e Cucrurin, un piccione attento e schietto. Nella seconda avventura Furin conoscerà uno strampalato ma geniale inventore, mentre nella terza avventura in un giorno di pioggia gli viene recapitato un cablopinnogramma che… Tutte situazioni che stimolano la riflessione non trascurando il bello del leggere una storia: il divertimento e l’allegria.
Ana Maria de Jesus, una bambina ribelle, eccellente cavallerizza. Visse una vita avventurosa, lottò per l’emancipazione da una vita che l’avrebbe vista solo madre e moglie. Fu sempre al fianco di Garibaldi in battaglia per il popolo, prima in Brasile e infine per l’unità d’Italia
Ana Maria de Jesus, una bambina ribelle, eccellente cavallerizza. Visse una vita avventurosa, lottò per l’emancipazione da una vita che l’avrebbe vista solo madre e moglie. Da giovanissima abbracciò con coraggio e passione le idee liberali che la portarono a conoscere l’uomo della sua vita Giuseppe Garibaldi. Fu sempre al suo fianco in battaglia per il popolo, prima in Brasile e infine per l’unità d’Italia
Per oltre tre secoli, agli ordini del Consiglio dei Dieci, una moltitudine di spie, informatori e sicari agì contro i nemici della Repubblica, dimostrandosi tanto efficiente quanto spietata. Venezia fece della segretezza il fondamento del proprio governo e fu tra i primi stati europei ad organizzare un sistema spionistico, che aveva il compito non solo di difendere le istituzioni della Repubblica dai nemici interni, ma anche di contrastare le insidiose attività dei servizi segreti stranieri che operavano in città: inglesi, spagnoli, turchi, papalini, e di eseguire rischiose missioni all’estero. Un racconto appassionante di spionaggio industriale, commerciale, militare, di guerra chimica e batteriologica, di corruzioni, ricatti, complotti, avvelenamenti: nella difesa dei propri interessi fondamentali la Serenissima non badò a spese e usò tutte le armi disponibili.
Centro di collegamento tra Oriente ed Occidente, luogo di contatto tra mondi, religioni, economie, filosofie di vita diversissime, Venezia permane, fino al suo tramonto, un grandioso centro brulicante di attività culturali e pratiche ai più alti livelli qualitativi. Sin dal IX secolo, tra le infinite trame che la vicenda storica lagunare sta cominciando ad intessere, vi è anche quella inerente all’attività diplomatica e ambasciatoriale. Generazioni di uomini vi dedicano le loro migliori risorse e un impegno rigoroso che contempla, come appare dalle celebri Relazioni degli Ambasciatori, il riconoscimento di una vera e superiore etica dello Stato. Una storia affascinante da studiare e comprendere, intrisa di quella sedimentata impronta culturale che ha messo radici profonde in tutte le classi sociali, divenendo patrimonio comune e sentitissimo nell’animo dei cittadini, e che costituisce sostanzialmente la realtà storica del “Mito di Venezia”.
Un giallo in piena regola adatto ai più piccini, con tanto di soluzione a sorpresa del misterioso furto delle bellissime scarpe dell’elefantino Noah, disperato per un furto inspiegabile.
Noah, il piccolo elefante, è un tipo molto simpatico, un po’ goffo e con grossi piedoni. Trovare un paio di scarpe per lui non è certo un’impresa facile. Ma un giorno la mamma lo portò al negozio dei castori. Lì ci sono scarpe di tutti i tipi: , grosse, piccole, tonde, quadrate, a punta, a carro armato, a barchetta, a papera, a missile. E quelle a bomba erano perfette per Noah.
L’elefantino era felicissimo, ma…ahimè, prima inciampa malamente su un sasso e poi…le scarpe improvvisamente scompaiono, qualcuno le ha rubate. Chi sarà mai stato? Gli amici di Noah si impegnano in una indagine serrata ed emozionante, alla ricerca di indizi e tracce del ladro come una squadra di veri “detective”. E alla fine…ma questo è un giallo, sebbene per bambini, e la conclusione dell’avventura, che riserverà una sorpresa, la devono scoprire i piccoli lettori.
È il secondo di una serie di volumetti che comprendono pagine di testo e pagine illustrate da colorare, dedicati a grandi figure del mondo artistico italiano. I volumetti, ben curati nel dettaglio, uniscono una forte capacità di coinvolgere attivamente i bambini nell’uso dei colori con una altrettanto forte ed efficace capacità didattica. Mentre il primo, dedicato a Leonardo da Vinci, era di formato 20×20, questo secondo volumetto, dedicato a Michelangelo Buonarroti, è di formato maggiorato e comprende anche le immagini guida colorate. Seguiranno altri volumetti dedicati ad altre grandi figure del mondo artistico italiano.
Storie di uomini, processi, eretici, streghe, vittime e carnefici. L’Inquisizione a Venezia, il Sant’Uffizio, le condanne, i patiboli. Giordano Bruno e Galileo, Veronese e Paolo Sarpi, dogi e papi. Ma la Serenissima non ha mai acceso un rogo per eretici o per streghe. Venezia ha rimarcato la sua autonomia anche negli anni bui dell’Inquisizione. Dal Medioevo all’Illuminismo, l’ultimo inquisitore è cancellato da Napoleone.
Brillante, agile, disincantato resoconto di una vicenda di amore e tradimenti tra un intellettuale, già assistente incaricato all’università al momento degli esordi, e una più giovane e intrigante ragazza, una studentessa. Lui, Giovanni è ricco e snob. Lei già considerevolmente impegnata, attraente e acuta. Si metteranno insieme, si sposeranno, e di qui inizierà ben presto una nuova vicenda attraverso i decenni e i vari uomini di lei, di cui il professore scoprirà via via le presenze grazie a una serie di messaggi sms trovati su telefonini di lei, più o meno dimenticati. Ne esce una danza di sorprese (in fondo sempre meno… sorprendenti) per Giovanni. Nell’insieme una schermaglia in cui il dongiovannismo femminile trova risposta in un desolato, ma non tragico e tutto sommato paziente o inerte, atteggiamento di superiorità perdente del protagonista io-narrante.
Dal riordino dell’archivio di casa Piazza, dopo la morte dell’autore avvenuta a Treviso nel 2007, è emerso un poderoso corpus di versi inediti.
La poesia di Piazza è dotata di sua una specifica sigla: vigorosa, splendidamente e luminosamente orifìginale. La traccia di una forte personalità artistica e di una geniale e inquietante capacità di riflettere sull’uomo e sui suoi misteri esistenziali. Se vivere è un camminare leggero si propone anche come chiave di lettura dell’opera grafica e pittorica del grane artista trevigiano.